Situata nel cuore dell’Appennino Modenese, la Via delle Fiabe è un itinerario artistico e turistico che parte da Pavullo nel Frignano (paese a circa 50 chilometri dal nostro agriturismo) e si dipana in frazioni e borghi pavullesi sulle orme di personaggi ed aneddoti che raccontano la storia del territorio. Lungo il percorso fiabe e leggende della tradizione locale prendono vita attraverso opere d’arte realizzate da pittori, illustratori, scultori e ceramisti di fama nazionale. Le opere sono accompagnate da leggende scritte in bilingue, da qrcode per ascoltare la leggenda con voce narrante e dalle Cassette del viandante (dove si può lasciar traccia del proprio passaggio).

Tappa #1 Lavacchio – Leggenda di Gallina morta

Nel borgo di Lavacchio, ubicato nella frazione di Niviano e conosciuto per i suoi murales, si trova la prima tappa. Sulla cabina dell’acqua, posta su una altura verdeggiante, l’artista Simone Fazio ha interpretato la leggenda di Gallina morta con una pittura murale. Riguardo la leggenda, si narra che, molto tempo fa, nella località Le Aie ci fu una cruenta battaglia tra Romani e Galli. Gli abitanti di Niviano pregarono San Rocco perché li proteggesse e la vittoria ci fu veramente. Numerosi Galli persero la vita ed anche dopo molti anni furono trovate ossa umane. Per ringraziare San Rocco, in quel luogo fu eretto un oratorio a lui dedicato.

Tappa #2 Montecuccolo – Leggenda del drago

La seconda tappa si trova all’ingresso della frazione di Montecuccolo, in cui sorge l’omonimo Castello (che ospita importanti collezioni d’arte di artisti pavullesi e il Museo Naturalistico del Frignano). Il Collettivo Formella MM ha realizzato un drago in ceramica per interpretare la leggenda del drago. Secondo la leggenda, in una caverna nascosta nel bosco viveva un drago così pauroso che nessuno aveva mai osato avvicinarsi. Un giorno due anziani si recarono vicino la caverna per lavorare la terra e all’improvviso videro risplendere sette lamine di fuoco. Erano le sette teste del drago, che si era risvegliato. Tutti accorsero sul posto e quando videro che il drago esisteva realmente, abbandonarono le loro case e fuggirono lontano. Quando il drago si riaddormentò, gli abitanti del posto riuscirono ad ucciderlo e ripresero la vita di sempre.

Tappa #3 Gaiato – Leggenda dell’ultima foglia

Presso la frazione di Gaiato si trova la terza tappa. Sul muro della struttura ospedaliera Villa Pineta l’artista romana Alessandra Carloni ha rappresentato la leggenda dell’ultima foglia con un intervento di street art. Riguardo la leggenda, si racconta che nel bosco viveva una fanciulla bellissima, amata da tutti, che un giorno si ammalò gravemente. Il Gran Sapiente del luogo le disse che sarebbe vissuta fino al giorno in cui l’ultima foglia di un albero fosse rimasta appesa. Quando venne l’autunno, davanti alla finestrella della casa dove viveva la fanciulla c’era un castagno ormai quasi spoglio. Il vecchio saggio ebbe un’idea luminosa. Pensò di incollare con la resina l’ultima foglia che stava per cadere. Quel mattino la ragazza pensò “solo un giorno vivrò” ma la foglia non cadde più. La ragazza capì che era guarita con l’aria pura del bosco, con l’affetto dei suoi amici e con la saggezza del vecchio mago.

Tappa #4 Pavullo – Leggenda del pellegrino

La quarta tappa si trova a Pavullo. Sulla cabina elettrica di Via Nuvolari l’artista Andrea Gianfanti ha interpretato la leggenda del pellegrino con una pittura murale. Secondo la leggenda, a Pavullo nelle case dei ricchi c’erano spesso delle feste. Una sera, un mendicante andò di casa in casa a chiedere pane ed un posto per riposare. Ma nessuno fu gentile con lui. Il pellegrino era sfinito, quando vide un sentiero che portava a una piccola casa, in cui abitavano tre sorelle. Bussò e subito fu accolto e sfamato. Prima di andare a letto il pellegrino si fece il segno della croce e mentre usciva dalla cucina disse “se udite dei rumori durante la notte, non spaventatevi!”. Durante la notte, lampi e tuoni fecero scuotere la terra. Quando spuntò l’alba le tre sorelle aprirono la porta e davanti ai loro occhi si stendeva solamente un’immensa distesa d’acqua. “Come farà ad andare via il pellegrino?” chiese una sorella. La maggiore bussò alla camera del viandante: “Uscite! Venite a vedere che disastro!”. Nessuna risposta. Allora aprì la porta e il viandante era scomparso. Tutte e tre insieme sussurrarono: “Ma quel pellegrino era il Signore!”.

Tappa #5 Pavullo – Leggenda di Frinia

Sempre a Pavullo si trova la quinta tappa. Presso la cabina elettrica all’ingresso dello stadio Minelli l’artista Andrea Casciu ha realizzato una pittura murale per rappresentare la leggenda di Frinia. L’antica città di Frinia, ubicata sulla strada Modena-Pistoia, è ricordata da diverse la leggende. Una di queste racconta di un terremoto, che la fece sprofondare nel lago (l’attuale Torba). Per tre giorni si sentirono cantare i galli e, poiché la catastrofe si verificò di notte, si pensa che i galli, rinchiusi nei pollai, fossero sprofondati lentamente ed avessero continuato a cantare per parecchio tempo.

Tappa #6 Gaiato – Leggenda della campana

La sesta tappa si trova ai piedi della torre medievale di Gaiato, ultima testimonianza di un importante castello del XIII secolo. Lo scultore ceramista Giuseppe Modena ha realizzato, con centinaia di formelle circolari, una grande melagrana per interpretare la leggenda della Campana e del suo tesoro. La melagrana, simbolo d’abbondanza e prosperità, richiama, come la torre, la leggendaria Grancontessa Matilde di Canossa (frequentemente rappresentata con la melagrana). Da sempre si racconta che ai piedi della vecchia costruzione sia sepolta una campana piena di monete d’oro. Nessuno l’ha mai vista ma ancora oggi si ripete la stessa frase: “Il tesoro c’è, ma scompare quando si sta per trovare!”.

Tappa #7 Monzone – Leggenda del Ponte del Diavolo

La settima tappa si trova nella frazione di Monzone, proprio dove parte un sentiero che conduce al Ponte del Diavolo (conosciuto anche come Ponte d’Ercole), un monolite di oltre 30 metri scavato nel corso degli anni dagli agenti atmosferici. Qui l’artista Gionata Orsini ha realizzato cinque sculture lignee che raffigurano i protagonisti della leggenda del Ponte del Diavolo. La figura del ponte, suggestiva e maestosa, ha fatto sì che si creassero diverse leggende circa la sua formazione soprannaturale. Secondo una di queste molti anni fa un contadino, un certo messer Polo, aveva la casa e il podere divisi da un grosso torrente e quando questo ingrossava era costretto a fare un lungo giro per raggiungere i campi e altrettanto per tornarsene a casa. L’agricoltore chiese al diavolo di innalzargli un ponte per poter attraversare il torrente in piena in cambio della propria anima. Fedele al suo impegno, il diavolo durante la notte si avviò con un lungo ponte di pietra per gettarlo nel punto convenuto. Ma fu distratto da un ballo di streghe che conquistò la sua attenzione con la musica. Ad un certo punto il gallo annunciò l’alba e il diavolo, nemico della luce, fuggì furiosamente abbandonando il ponte dove ancor oggi lo possiamo ammirare.

Tappa #8 Frassineti – Leggenda delle tre castagne

Nella frazione di Frassineti si trova l’ottava tappa. Sul muro pubblico lungo Via Serre il Circolo frazionale di Frassineti ha realizzato un grande dipinto murale per narrare la leggenda delle tre castagne. Il percorso si conclude su una terrazza naturale, dove è stata realizzata una grande installazione dedicata sempre alla leggenda. Riguardo quest’ultima, si narra che San Rigo spaccava la legna all’ombra di un grande albero e ringraziava Dio della forza che gli dava e dell’ombra che gli concedeva. Un giorno sentì alcuni montanari, poco distanti da lui, che si lamentavano delle loro condizioni. Commosso dai lamenti, il Santo pregò Dio affinché li accontentasse. Dopo aver pregato, si recò dai montanari e, alzando la testa, scorse tra le foglie di un albero un riccio tondo e spinoso che non aveva mai visto. Tracciò il segno della croce sul riccio, che si aprì in quattro e fece uscire tre belle castagne gonfie e lucide. Poi disse “queste sono come tre sacchetti di dolce farina, non patirete la fame negli inverni più lunghi” e provvide a dividerle “una al padrone, una al contadino ed una al povero”.

Foto principale © Comune di Pavullo nel Frignano | Foto galleria fotografica © Travel Emilia Romagna

Condividi questo articolo! (Share this article!)
AGRITURISMO IL BRUGNOLO

Benvenuti a il Brugnolo

Se stai cercando appartamenti immersi nel verde completamente indipendenti qui sei davvero nel posto giusto!

Il Brugnolo è infatti immerso nella verde natura della campagna emiliana. Per il vostro relax, per quello dei vostri bimbi, ed ancora per le corse dei vostri amici a 4 zampe, avrete vostra disposizione 6000 mq di parco!

Articoli simili