L’Appennino Emiliano è ricco di pievi e abbazie che raccontano secoli di storia, spiritualità e arte. Questi luoghi di culto, spesso immersi in paesaggi mozzafiato, rappresentano mete ideali per itinerari culturali e naturalistici. Ecco un elenco di alcuni dei più significativi.

MODENA

Abbazia di Frassinoro

Ubicata nell’Appennino Modenese, l’Abbazia benedettina di Frassinoro fu fondata nel 1071 da Beatrice di Lorena, vedova di Bonifacio di Canossa e madre della più famosa Matilde. Sulle vecchie fondamenta dell’abbazia, andata in rovina nel XV secolo e di cui purtroppo non rimane nulla (a parte qualche elemento architettonico), sorge oggi la Chiesa di Santa Maria e San Claudio. Chi la visita si trova catapultato in un vero scrigno di storia e di bellezza. Catturano l’occhio dei visitatori: l’ottocentesco altare maggiore, di legno intarsiato, opera di artigiani della zona; il grande organo collocato nella tribuna che sovrasta il portale d’ingresso, realizzato da famosi organari locali agli inizi del XX secolo; e il rilievo scolpito su una lastra triangolare che raffigura un uomo al centro di due grifoni (probabilmente dell’XI secolo).

Pieve di Renno

A Renno, piccola frazione di Pavullo nel Frignano, si trova una splendida pieve medioevale dedicata a San Giovanni Battista. Voluta dai Montecuccoli nel proprio territorio feudale, fu costruita nella prima metà del XII secolo. La semplice e rustica struttura romanica conserva il suo fascino nonostante abbia subito nel corso del tempo notevoli cambiamenti. Riprende il classico tipo di pieve di montagna con la pianta a tre navate e l’altare rivolto verso oriente. Al suo interno conserva diversi elementi di interesse storico e artistico, tra i quali spiccano: il preziosissimo affresco del XVI secolo raffigurante Il Battesimo di Cristo; e l’acquasantiera in marmo rosso di Verona, che, secondo una leggenda, fu donata dalla Contessa Anna Bigi per il battesimo, nel 1609, del figlio Raimondo Montecuccoli.

Pieve di Rocca Santa Maria

Sulle prime pendici dell’Appennino Modenese, nel borgo di Rocca Santa Maria (frazione del comune di Serramazzoni), si erge la Pieve di Santa Maria Assunta, una delle più suggestive e antiche della montagna modenese. Fu eretta tra l’VIII e il IX secolo ma durante il corso degli anni ha subito numerosi interventi di restauro. Interamente costruita in pietra arenaria del luogo, si articola in tre navate, divise da ampi ed imponenti archi a tutto sesto che poggiano su quattro colonne e semicolonne. I relativi capitelli, ornati da intrecci vegetali, con foglie e fiori stilizzati, nastri e volute, sono considerati tra i più belli del Nord Italia.

REGGIO EMILIA

Pieve Matildica di Toano

Anche la Pieve di Toano affonda le sue radici nella storia dei Canossa. Il primo atto ufficiale in cui viene citata, un diploma datato 14 ottobre 980 emanato dall’imperatore Ottone II, testimonia che in origine era ricompresa nelle mura del castello fatto costruire da Bonifacio di Canossa, di cui però non rimane traccia. Quella che vediamo oggi, la Pieve di Santa Maria in Castello, è il risultato di vari interventi di restauro. Secondo lo studioso Alcide Spaggiari è “il monumento perfetto, completo ed integro di arte canusina sull’Appennino”. Colpisce la semplicità delle linee architettoniche, che conferiscono all’edificio particolare solennità, di una bellezza tipicamente romanico-lombarda. Di rara fattura i due capitelli centrali e i due semicapitelli.

Abbazia di Marola

L’Abbazia di Marola (frazione di Carpineti) è un vero e proprio gioiello di architettura immerso nel verde. Fu costruita nella seconda metà dell’XI secolo per munificenza della contessa Matilde di Canossa, come dimostrazione della sua riconoscenza nei confronti dell’eremita Giovanni da Marola, premiato per averla incoraggiata a proseguire la lotta contro l’imperatore Enrico IV. Presenta una facciata a capanna con un portale a tutto sesto, strombato, caratterizzato da esili semicolonne sormontate da capitelli fogliati in arenaria valestrina. All’interno le tre navate sono suddivise da colonne e da pilastri che sorreggono archi semicircolari, mentre il tetto è a tre travi lignee su tutte le navate.

Oratorio di Beleo

Situato su un rilievo boscoso, l’Oratorio di Beleo (frazione di Casina) è un grazioso fabbricato romanico. Le sue origini risalgono all’XI secolo. Fu infatti nominato nel 1970 tra i beni appartenenti a Bonifacio di Canossa. La costruzione, realizzata in pietra squadrata, presenta pianta ad aula orientata liturgicamente. La facciata è a capanna e sulla volta sopra al portale si trova una lunetta con un’epigrafe riportante una frase in onore degli alpini caduti. Sulla parte destra della facciata si innalza il campanile a vela. L’interno, pavimentato a lastroni di arenaria, conserva una ricostruzione ideale dell’antico altare, opera dello scultore Lanfranco Scorticati.

Pieve di San Bartolomeo a Paullo

Prezioso esempio di architettura romanica, la Pieve di San Bartolomeo a Paullo (frazione del comune di Casina) è una delle più antiche pievi dell’Appennino Reggiano. Risalente al IX secolo, nel corso del tempo è stata oggetto di vari interventi di restauro (i più recenti dovuti a un possente consolidamento statico realizzato dopo il sisma del 2008). Presenta una facciata a capanna caratterizzata da un portale architravato, sovrastato da un’epigrafe con la dedica a San Bartolomeo, mentre la struttura interna è costituita tre navate divise da sei colonne rotonde in pietra tagliata con capitelli lavorati, di carattere romanico. Il fascino di questo luogo è ancora maggiore se si ammirano anche la sagrestia e la canonica.

Pieve di Pianzo

A Pianzo, altra frazione di Casina, si trova la Pieve della Madonna dell’Assunta, che domina dall’alto la valle del Tassobbio. Si fa risalire la sua fondazione all’epoca longobarda, anche se non è confermato da nessuna fonte storica. La tradizione locale vuole che sia stata costruita con le pietre dell’antico tempio di Venere che si collocava sul Monte Venera. Esternamente la pieve è caratterizzata da una facciata a capanna composta da pietre squadrate mentre l’interno è in stile barocco montano con fregi in gesso. Sempre all’interno si può ammirare un bel lampadario in vetro di Murano.

PARMA

Pieve di Sasso

La Pieve di Sasso (frazione del comune di Neviano degli Arduini), dedicata a Santa Maria Assunta, è uno dei più bei esempi di pieve romanica del’Appennino Parmense. Posizionata in cima a un’altura (da cui si gode un panorama mozzafiato), fu edificata verso la fine dell’XI secolo per volere di Matilde di Canossa in sostituzione di una chiesa più antica situata alla base del monte. La chiesa, interamente realizzata in conci di pietra rozzamente squadrati e coperta di lastre d’ardesia, presenta struttura basilicale a tre navate. Si narra che la pieve fu lo scenario della Leggenda delle 100 Chiese, di cui fu protagonista proprio Matilde di Canossa.

Oratorio della Beata Vergine della Cintura

Ubicato sopra un terrazzo naturale circondato da boschi rigogliosi (dal quale l’occhio umano può spaziare a 360°), il piccolo Oratorio della Beata Vergine della Cintura è anche noto come Oratorio dell’Assunta od Oratorio dell’Assunzione della Madonna. Fu edificato in semplici forme barocche a partire dal 1630 per volere di Pellegrino Coruzzi e degli abitanti della piccola comunità di Iano (frazione di Calestano). L’intera struttura è rivestita in blocchi di arenaria a maglia irregolare, con degli inserti in laterizio attorno alle finestre. L’interno è interamente affrescato a motivi architettonici e decorativi. Sul fianco destro sorge il campanile, anch’esso realizzato in arenaria tagliata irregolarmente.

Foto principale © Foto Manfredini – In Appennino Modenese | Foto galleria fotografica © Travel Emilia Romagna

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