Cosa vedere nell’Appennino Reggiano? Ecco un bell’itinerario che vi guiderà alla scoperta di tre pievi medievali che punteggiano questo affascinante territorio. Si tratta di autentiche gemme che raccontano storie millenarie di devozione e arte. Il tragitto, partendo dal nostro agriturismo, è lungo poco più di 60 chilometri e può essere percorso sia in macchina che in moto. Prima di mettervi in viaggio vi consigliamo di controllare giorni e orari di apertura delle pievi.

La prima tappa dell’itinerario è la Pieve di San Bartolomeo a Paullo (frazione del comune di Casina), che dista circa 25 chilometri dal nostro agriturismo. Situata in posizione dominante sulla pianura e sulla stretta valle del torrente Crostolo, è una delle più antiche pievi dell’Appennino Reggiano nonché un prezioso esempio di architettura romanica. Conserva ampie tracce della struttura antica, collocabile fra la fine dell’XI secolo e il primo ventennio del successivo, frutto del rifacimento di una chiesa precedente, menzionata già nel 980. Nel corso del tempo è stata oggetto di vari interventi di restauro, i più recenti dovuti a un possente consolidamento statico realizzato dopo il sisma del 2008. Rivolta a ponente, secondo l’orientamento liturgico, presenta una facciata a capanna con portale architravato. Passando all’interno, conserva le tre navate divise da sei colonne rotonde in pietra tagliata con capitelli lavorati, di carattere romanico.

A circa 30 minuti di distanza dalla Pieve di San Bartolomeo, e precisamente a Carpineti, si trova la Pieve di San Vitale, la seconda tappa dell’itinerario. Non si conosce l’anno di fondazione della chiesa, ma secondo alcuni autori è riconducibile al periodo bizantino. L’edificio fu abbandonato intorno alla metà del XVIII secolo, e oggi dell’antica pieve rimane soltanto il nartece o avancorpo, ridotto a cappella negli anni ’30, ed un breve tratto del muro perimetrale, rivolto a sud. Dal 2015 ospita al suo interno il Museo Lapideo, che custodisce i reperti provenienti dall’area archeologica del San Vitale, tra cui capitelli decorati con sinuosi intrecci, calchi di eleganti fregi, vasi antichi e la mensa d’altare della pieve, che fu consacrata nel 1145. L’antica canonica è stata recuperata e trasformata in ostello con annesso ristorante (ottimo posto in cui fermarsi a pranzare con piatti della tradizione reggiana e montanara).

La terza e ultima tappa dell’itinerario è la Pieve di Santa Maria in Castello a Toano. Ubicata a 30 minuti di auto da Carpineti, è una delle pievi meglio conservate e più significative del territorio. Secondo lo studioso Alcide Spaggiari è “il monumento perfetto, completo ed integro di arte canusina sull”Appennino”. Non è possibile stabilire con precisione la data di costruzione della chiesa ma risulta essere una delle più antiche della diocesi reggiana. Il primo atto ufficiale in cui viene citata è un diploma datato 14 ottobre 980, emanato dall’imperatore Ottone II. Colpisce la semplicità delle linee architettoniche, che conferiscono all’edificio particolare solennità, di una bellezza tipicamente romanico-lombarda. Conserva la struttura a tre navate con archi e colonne sovrastate da capitelli di notevole pregio storico-artistico, decorati con intrecci tipici dell’ars canusina.

Foto © PhotoVim – Wikipedia

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