Uno dei film che ha raccontato meglio l’Italia è senza dubbio la saga dedicata alle avventure di “Don Camillo e Peppone“, interpretati rispettivamente da Fernandel e Gino Cervi e liberamente ispirati ai personaggi creati nel dopoguerra dallo scrittore, giornalista e fumettista Giovannino Guareschi. Nonostante il capitolo della saga diretto dal celebre regista Mario Camerini nel 1972 abbia spostato l’intero paese negli esterni di San Secondo Parmense (PR), tutti sanno che le vicende tra i due personaggi si svolgono nelle piazze e nelle strade di un piccolo paese in riva al Po, Brescello, la cui notorietà è in gran parte legata alla trasposizione cinematografica dei racconti di Guareschi.

La prima tappa dell’itinerario è la bella piazza centrale di Brescello, Piazza Matteotti, dove si trovano le statue in bronzo a grandezza naturale di Don Camillo e Peppone, ad opera dello scultore mantovano Andrea Zangani, inaugurate nel giugno 2001 a ricordo dei 50 anni del primo film. Nella piazza continuano a fronteggiarsi emblematicamente la Chiesa di Santa Maria Nascente, presso cui Don Camillo prestava servizio come parroco, e il Municipio, base in cui risiedeva invece il simpatico antagonista del curato, il Sindaco Peppone. In una piccola cappella nella chiesa si conserva ancora il celebre crocifisso parlante con cui il parroco soleva parlare nei momenti di dubbio.

A pochi passi dalla piazza, in via De Amicis, si trova il Museo Peppone e Don Camillo, una tappa obbligata per i nostalgici ed i fan dei film. Allestito nel Centro Culturale San Benedetto, sede della Casa del Popolo durante le riprese, il museo custodisce un gran numero di oggetti di scena come la moto di Peppone, l’abito d’ordinanza di Don Camillo e le biciclette usate dai due alla fine di “Don Camillo e l’onorevole Peppone”. Al suo interno si possono ammirare anche numerose fotografie scattate durante la lavorazione dei film, i manifesti originali e le ricostruzioni della canonica di Don Camillo e della cucina di Peppone.

Nel parco intitolato a Guareschi, piccola e curata zona verde dove è collocato il monumento a lui dedicato realizzato dalla scultrice tedesca Gudrun Schreiner, si trova la locomotiva che tante volte ci ha fatto entrare e uscire dal paese, mentre in Piazza Mingori si trova un “sostituto” del carro armato che compare nelle riprese di uno dei film della serie. In via F. Cavallotti si può invece visitare il Museo Brescello e Guareschi – Il territorio e il Cinema, dove sono esposti macchinari cinematografici con cui è ricostruito un set originale, oggetti agricoli e attrezzi dei barcaioli degli anni ’50, che ricreano l’atmosfera tipica della civiltà ritratta nei film.

Ma non finisci qui, l’intero paese è disseminato di indizi cinematografici come: la piccola cappella della Madonnina del Borghetto, che in “Don Camillo monsignore… ma non troppo” doveva essere abbattuta per far spazio alla costruzione di alcune case popolari ma che, per un evento ritenuto soprannaturale, regge ai tentativi di demolizione; la campana fatta costruire da Peppone, oggi appesa sotto il porticato di via Giglioli; la stazione ferroviaria, praticamente immutata, posta alla fine di viale Venturini; e la casa di Peppone situata lungo via Carducci, che fu utilizzata per girare alcune riprese fra cui quella famosissima del primo film “Don Camillo”, quando dal suo balcone Peppone si affaccia mostrando a tutti i cittadini il figlio appena nato.

Ovviamente, non ci sono solo “Don Camillo e Peppone”, anche altri registi hanno ambientato i loro film nella provincia di Reggio Emilia. Pietro Germi, considerato uno dei più importanti esponenti della commedia all’italiana, ambientò a Campegine parte del film “Il cammino della speranza” del 1950, tratto dal romanzo “Cuore negli abissi” di Nino Di Maria. Un altro grande regista, Federico Fellini, per “La voce della luna“, film del 1990 ispirato al romanzo “Il poema dei lunatici” di Ermanno Cavazzoni, ha ricostruito a Cinecittà i paesaggi di Novellara. Infine, il famoso cantante Ligabue, all’esordio nella regia, ha ambientato “Radiofreccia” in una piccola città del reggiano, mai esplicitamente nominata, anche se alcuni elementi visivi la identificano con Correggio, città natale dell’artista. 

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